La Storia di Fondi

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Al centro della Via Appia, Fondi è stato il crocevia di tutte le storie che hanno attraversato l’Italia. Storie di invasioni, ma anche di intellettuali, teologi, rivolte.

I Vicoli di Fondi: un labirinto dove perdersi e ritrovarsi.

Fondi è un piccolo centro racchiuso in un quadrato di mura romane e medievali. È un luogo che sembra senza tempo, fermo all’epoca di cavalieri, vescovi, guerre, principesse, intrighi.

Nel cuore del centro storico, tutto a pochi passi, si possono accarezzare le antiche vestigia romane, perfettamente incastrate con le torri medievali e i palazzi gentilizi. Ma Fondi è anche borgo di chiese e misticismo. La Cattedrale di San Pietro, antichissima, fa da paio alla chiesa di Santa Maria, tipico esempio di architettura primo quattrocentesca.

Cattedrale di San Pietro

Cattedrale di San Pietro

Chiesa di Santa Maria

Chiesa di Santa Maria

E persi nei vicoli, i visitatori possono ancora trovare piccole cappelle medievali e chiostri monasteriali, che ritagliano un angolo di paradiso all’interno del centro abitato.

Ma i vicoli sono anche un “non luogo”, un labirinto dove perdersi e ritrovarsi. Piccole stradine solcate di selciato nerissimo del Vesuvio, dove scoprire di continuo nuovi piccoli tesori.

E ripercorrere, conosciuta la storia, le gesta dei conti di Fondi o di Giulia Gonzaga, immaginando assalti furiosi all’arma bianca, scorribande notturne, intrighi.

Fondi è nei vicoli.
Nel loro mistero, che ancora mantengono intatto.
E nelle storie di cui sono stati testimoni.
Di amori segreti, di intrighi e di tanto altro ancora.

Fondi, Crocevia della Storia

Posta al centro di una piana che sfocia sul mare, accarezzata da una corona di monti, Fondi è sorta su di un passaggio strategico per chiunque volesse attraversare l’Italia.

Già i Volsci la scelsero come luogo dove fondare un insediamento, posto con tutta probabilità sulle pendici della località di Pianara, dove tutt’ora si possono ammirare resti archeologici.

Via Appia Regina Viarum

Via Appia Regina Viarum

Con l’arrivo dei Romani, Fundi assunse la grandezza e la pianta da Castrum (accampamento militare) che tutt’oggi il centro storico mantiene. A riprova di ciò, la pianta è un perfetto quadrato segnato dalle due vie principali, il Cardo e il Decumano. L’arrivo dei Romani significò per il villaggio l’espandersi in un contesto di sicurezza e prosperità, soprattutto grazie alla Via Appia, Regina Viarum: la famosa strada romana, infatti, passava esattamente per il centro storico, tagliandolo in due.

Da questo momento Fondi divenne una sorta di “crocevia della storia”, protagonista assoluta di ogni invasione, guerra, capovolgimento politico.

La storia romana ha lasciato tracce indelebili nel tessuto urbano: sono ancora visibili varie porzioni di mura, terme romane e resti di ville patrizie nascoste sotto le abitazioni medievali.

Il Medioevo, con i suoi travagli, portò Fondi ad un certo splendore. Sotto il dominio della famiglia Caetani dell’Aquila, di stirpe normanna e fedeli al reame napoletano, la Contea divenne ben presto avamposto militare e politico rilevante. Nel momento di massimo splendore, intorno al 1300, Fondi controllava una vasta zona del Lazio Meridionale che si estendeva dalla Ciociara all’alto casertano.

Il momento di massima potenza bellica di Fondi lo si ebbe sotto il battagliero Conte Niccolò II. Personaggio affascinante che solo la storia può restituire, Niccolò seppur giovanissimo (morì intorno ai trent’anni), intraprese guerre contro tutti i potentati confinanti, appoggiato da diverse compagnie di ventura e mercenari. La sua ricerca della gloria militare lo portò perfino a scontrarsi contro le fortissime città di Roma e Napoli, e a cercare alleati internazionali come il lontano Regno d’Ungheria.

A testimonianza della potenza militare della Contea rimane il Castello di Fondi, uno dei pochi castelli italiani completamente costruiti in piano, restaurato e visitabile.

Ma la contea medievale di Fondi non era solo un presidio militare. I Caetani dell’Aquila ampliarono politiche culturali e religiose, donando splendore alla Contea. Esempio su tutti è la presenza a Fondi, per diversi anni, di Sant’Tommaso d’Acquino, il Doctor Angelicus, il più grande pensatore medievale d’Europa, che con molta probabilità dimorò in una cella del Chiostro di San Domenico.

Chiostro San Domenico

Chiostro San Domenico

Ma il vero momento di protagonismo, Fondi lo attraverso verso la fine del Medioevo. In una Roma dilaniata dalle beghe vescovili, un gruppo di cardinali francesi, appoggiati da alcuni signori italiani, decise di eleggere un papa diverso da quello già scelto, Roberto da Ginevra, l’Antipapa Bonifacio VIII. Onorato I Caetani, Conte di Fondi, diede immediatamente protezione all’Antipapa, facendolo eleggere nella stessa cattedrale di San Pietro, a Fondi.

Fondi: città di intrighi, spie e mercenari

Dopo la decadenza causata dalla sconfitta dello Scisma, Fondi passò alla famiglia nobile dei Colonna, nella figura del notissimo mercenario Prospero, cavaliere di soldo e duellante nella Disfida di Barletta.

Prospero fece sposare il figlio, Vespasiano (anche lui mercenario) con una Gonzaga proveniente dalle terre mantovane, Giulia, allora tredicenne (era il 1526).

Grazie a queste due famiglie, Fondi torna in breve tempo agli antichi splendori, se non più alti.

Dopo lunghe contese con il Papa che arriverà perfino ad una scomunica ufficiale, Vespasiano morì, lasciando Giulia ancora adolescente come reggente di Fondi. Ma Giulia, seppur giovane, fu donna caparbia, educata in una delle corti più raffinate d’Europa. Così, ben presto, la mantovana tenterà di riprodurre a Fondi una piccola corte rinascimentale.

Foto storica di Palazzo Sebastiano del Piombo

Foto storica di Palazzo Sebastiano del Piombo

Il piccolo borgo laziale venne frequentato da personaggi del calibro di Vittoria Colonna, Marcantonio Flaminio, Vittore Soranzo, Francesco Maria Molza, Francesco Berni, il pittore Sebastiano del Piombo – che fece il ritratto a Giulia Gonzaga- Pier Paolo Vergerio, Pietro Carnesecchi, Juan de Valdés.

Ma il rinascimento non fu solo un’epoca di rinascita artistica, ma anche evo crudele e pieno di guerre, complotti, tradimenti. E la corte di Fondi non fu da meno.

La giovane Giulia ebbe una relazione segreta con il Cardinal Hippolito dei Medici, rampollo dell’importante famiglia fiorentina, che stazionava a Roma ma non di rado faceva capolino a Fondi, Gaeta, Formia. La relazione interessò anche la Santa Inquisizione, ma non venne mai scoperta. Da questa unione nacque un figlio illegittimo, che assunse il cognome del Padre, e il nome – dal vero gusto rinascimentale – di Asdrubale. Asdrubale seguì la via mercenaria, e dopo varie vicissitudini (anche legate al ritorno dei Medici a Firenze), si fece Cavaliere Ospitaliere, andando a combattere e morire contro i turchi nell’assedio di Malta. Lo stesso Cardinal Hippolito morirà giovanissimo, e di sospetto avvelenamento.

Ma gli intrighi non finirono qui. Giulia Gonzaga ben presto si legò (forse anche sentimentalmente) con l’umanista spagnolo Juan Valdes, operante a Napoli. Valdes non era però un intellettuale come tutti gli altri, ma interessato alla Riforma Protestante di Lutero. Durante il suo soggiorno napoletano scrisse un volume contro il Cattolicesimo, Alphabeto Cristiano, dedicandolo proprio alla sua finanziatrice e amante, Giulia Gonzaga.

La Santa Inquisizione, interessata a fermare sul nascere ogni tipo di pensiero non allineato a Roma, iniziò ad indagare su Giulia, sospetta del reato di Eresia. Anche grazie alle importanti amicizie di Giulia, l’Inquisizione non riuscirà mai a trovare le prove del coinvolgimento della Gonzaga; prove, che invece troverà solo dopo la sua morte.

Dipinti di Giulia Gonzaga

Dipinti di Giulia Gonzaga

Ma la donna forte Giulia dovette anche affrontare la devastazione e la guerra. Nel 1534, durante ù una serie di operazioni militari miranti ad indebolire le coste italiane, la temibile flotta del Corsaro Barbarossa, attaccò le coste di Sperlonga e Fondi. La tragedia fu totale: truppe ottomane scorrazzarono per la Piana, assediando con fuoco e artiglierie le mura del Castello Baronale e rendendo schiava parte della popolazione. Giulia Gonzaga, personaggio illustre e che avrebbe portato ad un ricchissimo riscatto, venne cercata per giorni, ma una rocambolesca fuga notturna la salvò per un pelo dal tragico destino.

Dopo i Gonzaga-Colonna Fondi, purtroppo, Fondi entrerà in una lentissima decadenza. I tempi del rinascimento, delle guerre e delle spie finirono, portando nell’oblio Fondi. Ma nei vicoli, nelle stradine, nelle chiese riccamente ornate, ancora risuona al viaggiatore moderno quello che fu la Vecchia Contea: una piccola realtà al centro di intrighi internazionali, amori, passioni, guerre.